Le parole sono la pura essenza di quel che siamo, dei nostri sentimenti e della nostra visione del mondo. Parole vere, che dicono di noi, di quel che abbiamo nel cuore, nella testa e nella pancia.
Parole vive, brillanti, inclusive.
Lavoro tutti i giorni con le parole, mi cimento a cercarne di nuove, sempre adatte, mai veloci. Né troppo grasse ma nemmeno smilze. Direi parole giuste, oneste.
Le parole siamo noi, coi nostri pensieri e le nostre emozioni.
Un nome è una parola. Con le mie amiche parlavamo del nome da dare ad una nipotina in arrivo ed Elena ci piaceva assai perché ha solo consonanti dolci. Sara ci fa pensare alla primavera che irrompe nelle vite di tutti, potente e dolcissima.
Un aggettivo è una parola. Stanchissim*, bellissim*, fortissim*. Parole eccessive, piene di enfasi.
Un curriculum è pieno di parole. Alcune sono parole killer, tra cui: motivat*, determinat*, disponibile.
Un brand si racconta attraverso le parole. E quante volte abbiamo letto parole che di tutto risuonavano fuorché di verità? Storytelling, Storyselling, Brand storytelling e comunicazione persuasiva.
Ovvero? Parole. A volte sbiadite, altre troppo patinate, alcune ancora affettate.
Parole vere. Narrazioni vere. Persone vere. Prodotti veri.
Parole capaci di raccontare storie, uomini e donne, idee e progetti, successi e fallimenti.
Le parole sono coraggiose, custodiscono la potenza del cambiamento e si concedono ogni possibile imprevisto.
Sì, ma come scegliamo le parole giuste per noi?
Nei percorsi di formazione e affiancamento provo a far lavorare su questi 3 spunti:
- Scegli parole in cui ti riconosci. Parole che ti somigliano, che indosseresti, Ecco, sì, come un paio di scarpe comode, di quelle che metti la mattina e togli la sera.
- Allena la sintesi, trova la parola giusta che ne racchiuda almeno altre tre. Di solito le liste aiutano parecchio.
- Rileggi. Prendi fiato, dormici su e rileggi. Se anche una sola parola non funziona per te, cercane un’altra.
E io, in questi giorni, sento proprio un gran bisogno di parole vere.