La voce delle donne, la mia voce

La voce delle donne vibra forte.

Non ho mai saputo scegliere se questo sarebbe stato un blog personale o professionale.
Non riuscivo a decidere quale sarebbe stata la voce con cui avrei parlato qui, le parole con cui avrei scritto. Le emozioni che volevo far fiorire e quelle da seppellire nel posto segreto che conosco dentro di me.


In un bosco di me c’è un rumore incessante
E lo faccio da parte, tu sei la mia voce

Poi sono arrivati i pensieri, l’ansia, le paure, l’indecisione e quello che chiamo scisma.

Il termine scisma, indica una divisione causata da una discordia fra gli individui di una stessa comunità. Ecco, la mia comunità interiore ha iniziato a insorgere e una parte di me ha determinato un distacco.

Il silenzio.

Riapro oggi il blog, scorro gli articoli che avevo scritto fino ad ora e mi rendo conto che è passato un mese. Un mese di silenzio, di vuoto, di parole non scritte. Un mese di ascolto, di meditazione, di ricerca interiore.

E il dito che fa play su questa canzone

Baby, ne ho fatta, baby, ne ho fatta di strada
Baby, ti ho cercato in ogni dove, nelle corde di gente che non conosco
Ma in fondo bastava guardarmi dentro più che attorno
Sei sempre stata in me e non me ne rendevo conto

Identità

Le donne vivono una divisione tra identità sociale e personale.

Il lavoro, la professione, i risultati, gli obiettivi, la carriera e poi la madre, la moglie, la sorella, l’amica e tutte queste voci si mescolano, queste identità fluttuano e cercano una strada.

La voce delle donne si confonde, si mischia tra i suoni del mondo.

Lo spazio pubblico e lo spazio privato sono rimasti lontani per molto tempo. Compartimenti stagni. Pezzi di vita, di mondi e di identità che viaggiavano su strade parallele; destinate a non incontrarsi.

Io, per molto tempo, ho messo una linea di confine che sembrava una trincea.

La Dottoressa Clemente professionista capace, competente, intraprendente e determinata e poi Stefania. Stefania gentile, altruista, insicura, emotiva.

C’è una differenza tra chi sono e cosa faccio? E, nel caso, chi l’ha decisa questa differenza? Esiste davvero?

La voce delle donne, la mia voce, fa i conti con l’autorevolezza. Quello che dico e quello che rappresento e, ancora, quello che rappresento per me. Il confine, autoimposto, tra chi sono e cosa faccio ha dichiarato lo scisma.

E poi il lungo lavoro per prendere consapevolezza e coscienza che quello che faccio, lo faccio così anche perché sono così. Le mie competenze esistono e si mescolano alle mie sapienze.

Scelgo la mia storia, la mia narrazione, la mia voce. Scelgo di provare a raccontare quello che so anche attraverso quello che sono, non più quello che rappresento. Perché in fondo, io rappresento me stessa. Mi faccio portavoce dei miei sogni, dei miei desideri, della mia visione per il mio futuro. Null’altro. Perché null’altro conta davvero.

Tre parole per dare voce alla mia voce, alla voce delle donne

Ho deciso di seguire il consiglio di Noemi, @psicologialfemminile e scegliere tre aggettivi rappresentativi di chi sono, provando a spostare l’attenzione dal cosa faccio.
Ho scelto, consapevole che potranno cambiare, ma io oggi sono Stefania e sono

Generosa, Femminista, Insicura

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