Il Sustainable Development Solutions Network ha appena pubblicato il nono World Happiness Report ed è ormai chiaro che la felicità è una competenza.
Che significa?
La felicità è lo stato d’animo di chi è sereno, non turbato da dolori o preoccupazioni e gode di questo suo sentimento. L’etimologia fa derivare felicità da: felicitas, deriv. felix-icis, “felice”, la cui radice “fe-” significa abbondanza, ricchezza, prosperità.
La nozione di felicità intesa come condizione (più o meno stabile) di soddisfazione totale, occupa un posto di rilievo nelle dottrine morali dell’antichità classica, tanto è vero che si usa indicarle come dottrine etiche eudemonistiche (dal greco eudaimonìa) solitamente tradotto come “felicità”. Il termine non solo indica gioia ma l’accettazione del diverso e la tranquillità con gli altri. Il tema della felicità è stato profondamente indagato non solo da filosofi, ma anche da economisti (fonte Wikipedia).
Ha senso dire che la felicità è una competenza?
Le oltre 200 pagine del World Happiness Report non servono solo a stilare la classifica dei Paesi più felici del mondo ma, sopratutto, possono aiutarci a definire strategie e politiche capaci di generare progresso sociale, benessere e felicità di ogni persona e del nostro pianeta.
Solitamente il lavoro viene associato ai concetti di fatica, stress, obiettivi e scadenze e queste parole sembrano abbastanza lontane da concetti vicini a quello di felicità. Eppure lavorare con serenità, entusiasmo, scambio e connessione possono generare sentimenti simili alla felicità e, qualcuno sostiene, anche migliorare i risultati individuali e collettivi.
Per quanto io sia una detrattrice della massima
Fai il lavoro che ami e non lavorerai neppure un giorno
credo che sia possibile lavorare seguendo i propri valori e rispettandoli.
Cosa significa per me felicità e lavoro?
Ci penso spesso e altrettanto spesso lo chiedo agli altri. A me, ad esempio, piace condividere quello che so e confrontarmi con gli altri per imparare da loro. Mi piace lavorare con persone allineate ai miei valori, con persone con cui portare avanti i progetti “facilmente”. E poi amo i luoghi di lavoro luminosi, profumati e aperti.
Ultimamente sto sperimentando anche delle sessioni di meditazione mattutine che mi aiutano a concentrarmi sul presente, interrompere i flussi di pensiero negativi o ridondanti e ho creato, seppure a casa, una postazione di lavoro vicina alla finestra.
Seguo, inoltre, con grande piacere nuov* professionist* della felicità – Chief Happiness Officer.
Si tratta di consulenti capaci di innescare il cambiamento positivo, sia attraverso pratiche quotidiane che possono attuare da sin da subito nella relazione con collaboratori, colleghi e capi sia attraverso un lavoro più articolato sulla revisione di alcuni fondamentali processi di gestione delle persone e dell’organizzazione che possono creare le condizioni di sistema affinché il cambiamento sia durevole.
Cos’è per te la felicità e cosa fai per allenarla?